Il tatuaggio Polinesiano
Marcare segnare, dal quale deriva la parola inglese tattoo, tatuaggio, non si puo' dire con certezza. Di certo tra loro c'era un vero mito per il mondo SouthSide: il Capitano James Cook. Nei suoi diari si legge di uomini vestiti di tatuaggi dalla testa ai piedi, guerrieri delle isole Marchesi o piu' sorridenti e pacifici abitanti di Tahiti. Comune  denominatore: la fantasia e l'orgoglio di un corpo  segnato indelebilmente da decorazioni di ispirazione geometrica ottenute iniettando in profondita' nella cute, con attrezzi appuntiti, tipo pettini, fatti di ossa, denti di animali o conchiglie, una mistura blu scura o nera derivata dalla lavorazione delle piante.
La moda del tatuaggio, in versione occidentale, viene inizialmente lanciata da marinai, pirati e avanzi di galera. Il lancio e' ben riuscito. La moda sa di proibito e attira l'attenzione di nobili, ricchi e intellettuali. Le presa di posizione della Chiesa, del tutto sfavorevole alla pratica pagana, completa l'opera e rende il tatuaggio ancora piu' interessante per chi ha sete di avventura e trasgressione. Nel 1862 il mondo conosce il primo nobile adolescente ribelle e tatuato: Edoardo VII, re d'Inghilterra. Se la pratica di tatuarsi non fosse stata cosi' dolorosa e' probabile che gia' nell'ottocento ci sarebbe stata la prima "tattoo generation", ma per questo si e' dovuto aspettare il sessantotto e l'nvenzione della macchina elettrica per tatuaggi a cui penso' l'irlandese Sameul O'Riley, nel 1891.
Uno dei modi piu' affascinanti di  raccontare la Polinesia Francese e' una questione di pelle. Tatuata. La storia comincia nella notte dei tempi epotrebbe avere inizi diversi. Per non sbagliare cominciamo dalla fine. Jordi, Roonui e Chime sono artigiani del tatuaggio. Lavorano in posti diversi, dal mercato di Papete al Jordi's Tattoo Shop di Mahina, sempre a Tahiti.Imprimono  sapientemente sulla pelle forme geometriche prese in prestito dai sorrisi, dalla natura, i cieli, la storia, i miti e i paesaggi dei cinque arcipelaghi della Polinesia: le isole della societa', le isole Marchesi, e isole Tuamotu, le isole Gambier e le isole Australi. I loro laboratori si trovano tra Tahiti e Moorea. Noi di SouthSide abbiamo costruito numerosi viaggi intorno a loro (Polynesia in Cargo >  Magnifiche Tuamotu > Society Islands Pearls > Easy Polynesia), viaggi da conservare nell'anima e, magari, esibire sulla pelle. Con una doverosa avvertenza: chi soggiorna in paradiso e lo fa  sapere in giro puo' essere soggetto a sgradevoli complicazioni. Gli ammutinati del Bounty, per fare un esempio noto, fecero la fine che fecero perche' furono dentificati tramite i tatuaggi che si erano fatti fare a Tahiti. Attenzione, quindi! Chi sia stato il primo esploratore a tornare dai Mari del Sud raccontando storie sull'arte del tatau (il termine polinesiano che significa "imprimere, Alla scoperta dell'Africa Australe. Sudafrica, Botswana, Namibia, Mozambico. Terre e popoli. Namibia Classica - In Italiano The Livingstone Safari - Deluxe Sudafrica, Botswana&Victoria Falls L'Australia e' più vicina. Itinerari da prendere al volo con tariffe eccezionali valide fino al 30 giugno ʻ04. Outback Australia Australia Reef&Forest Australia Coast to Coast PRIMAVERA 2004 Avventura alla fine del mondo. Maestosi ghiacciai, piccoli villaggi, citta' multi-etniche, lande senza confini. Norte Argentino&Cileno
La  Primavera di  SouthSide
"Vista da occhi orientali" la storia del tatuaggio e' invece tutta un'altra storia e incomincia ben prima dell'arrivo degli europei nei mari del sud. Risulta, infatti, che l'origine dei tatuaggi nelle isole della Polinesia sia databile al 1500 AC e che sia stata originata dall'espansione dell'impero egizio in Asia e da li', con attribuzioni di significato e motivi decorativi diversi, nel mondo SouthSide. Di fatto il primo tatuaggio della storia e' arrivato a noi impresso sul corpo di una mummia egizia del 1200 AC. Al di la' delle possibili ricostruzioni storiche, per i tahitiani la pratica del tatuaggio ha origini divine ed e, in sintesi, una storia d'amore e seduzione.
I figli artigiani del dio Ta'aroa, Mata Mata Arahu e Tu Ra'i Po', si ornarono il corpo di tatuaggi per sedurre Hina Ere Ere Manua, la figlia del primo uomo e della prima donna della genesi polinesiana. Rinchiusa e sorvegliata dalla madre, Hina Ere Ere Manua fu talmente affascinata dagli originali ornamenti sul corpo dei due dei che riusci' a scappare dalla sua prigionia per il desiderio irrefrenabile di farsi tatuare. Gli esseri umani conobbero così la seduzione e la bellezza del tatuaggio e ne perpetuarono la pratica per generazioni e generazioni. I duefigli di Ta'aroa, la principale divinita' tahitiana, sono considerati ancora oggi gli dei dei tatuaggi e vengono invocati durante la pratica di ornamento del corpo dai tatuatori, considerati al pari di stregoni e sciamani in altre culture.
In seguito i Polinesiani svilupparono l'arte del tatuaggio come strumento per segnalare l'appartenenza a clan, famiglie o ordini oltre che per sottolineare il loro rango sociale o la loro storia personale (il matrimonio la nascita dei figli, i combattimenti in battaglia). Un tatuaggio non era mai fine a se stesso ma una sorta di "work in progress"; la propria pelle diventava il libro su cui scrivere, tatuaggio dopo tatuaggio, la storia di una persona dall'entrata nel mondo degli adulti, momento in cui veniva solitamente impresso in maniera rituale il primo tatuaggio, fino alla piu' piena maturita'.
La decorazione con i triangoli, sintesi grafica della dentatura degli squali, era per esempio un segno distintivo dei guerrieri più valorosi in alcune isole.
Ogni arcipelago declino' a suo modo la pratica decorativa del corpo con motivi comuni agli abitanti delle isole: dalla banda orizzontale larga e dai bordi dentellati delle isole australi alla linea ondulata a forma di zeta delle isole della societa'. Il comune denominatore di tutti gli arcipelaghi era che fossero gli uomini i destinatari privilegiati, talvolta obbligati, dei tatuaggi. Per le donne venivano scelti motivi decorativi piu' discreti e meno estesi sulla pelle, seppur, solitamente, di migliore fattura.
Il racconto narrato sulla pelle del popolo polinesiano si interrompe in seguito all'arrivo di missionari che misero al bando le tradizioni locali percepite come peccaminose glorificazioni della carne, tatuaggi in primis. Ma noi sappiamo già che la storia non finisce qui. Negli ultimi decenni, infatti, i polinesiani hanno ricominciato a provare orgoglio e interesse per le loro tradizioni e la loro cultura, ricostruendo la loro identita' attraverso la riscoperta delle loro arti. Si e' quindi assistito ad un vero e proprio revival dell'arte tradizionale del tatau. Il "rinascimento polinesiano" muove i primi passi per iniziativa di due amici, Tavana, gestore del famoso Waikiki nightclub, e Teve, un ballerino originario delle isole Marchesi. Dopo un soggiorno in Germania, nel 1981, dedicato alle ricerche per studiare l'arte tradizionale 23 27'South del tatuaggio polinesiano, i due amici invitarono a Tahiti un tatuatore delle isole Samoa, le uniche a non avere abdicato la pratica dei tatuaggi, per vestire il corpo di Teve di tatuaggi nel rispetto delle antiche tradizioni e motivi ornamentali delle isole marchesi. Il corpo interamente vestito di tatuaggi di Teve venne esibito con enorme successo durante i festeggiamenti per il "giorno della Bastiglia" del 1982. Da allora, alcuni artisti polinesiani si sono riappropriati delle tecniche tradizionali per tatuare il corpo e la pratica ha incominciato nuovamente a diffondersi tra gli abitanti degli arcipelaghi, seppur con le dovute attenzioni sanitarie e igieniche rese obbligatorie dal Ministero della Salute dal 1986.
La vera fine della storia e' quindi molto simile al suo inizio. L'affascinante racconto della Polinesia Francese
si scrive ancora sulla pelle e si puo' leggere tra i simboli presi in prestito dai panorami e dalle atmosfere degli arcipelaghi piu' sognati del mondo.

 
 
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