La denominazione fata deriva dalla parola "fatica" che nel medioevo fu sinonimo di "donna selvatica",
cioe' di donna dei boschi, delle acque, e in genere, del mondo naturale.
Le fate sono esseri soprannaturali dotati di potere magico grazie al quale possono cambiare aspetto e farlo cambiare agli altri.
La fata e' una creatura leggendaria presente nelle fiabe o nei miti di origine principalmente italiana e francese,
ma che trova comunque figure affini nelle mitologie dell'Europa dell'Est.
Nell'originale accezione dell'Europa meridionale (senza influenze celtiche) e' totalmente sovrannaturale,
 cioe' non ha nulla di umano se non l'aspetto. Il nome fata deriva dall'altro nome latino delle Parche, che e' Fatae,
ovvero coloro che presiedono al Fato (dal latino Fatum ovvero "destino").
La fata e' quindi un essere etereo e magico, una sorta di spirito della Natura.
Le fate italiane ereditano i loro poteri ed il loro aspetto da alcuni personaggi della mitologia classica, ovvero principalmente dalle ninfe e dalle Parche.
Come le ninfe sono spiriti naturali che hanno sembianze di fanciulla, come le Parche presiedono al destino dei loro figliocci dispensando loro vizi o virtu'.
Le prime fate appaiono nel medioevo come proiezione delle antiche ninfe,
ma vengono per la prima volta ufficializzate verso la fine del medioevo e prendono l'aspetto classico delle dame dell'epoca,
che indossavano ingombranti copricapi conici (hennin) e lunghi abiti colorati.
Man mano venne attribuita loro la verga (bacchetta) magica che possiamo ritrovare anche nell'Odissea (Circe).
Successivamente ogni favolista ha aggiunto particolari al loro carattere.
Alle fate viene ufficialmente assegnato il colore blu, colore del sovrannaturale e della magia.
 
 

 

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